Partendo da un aforisma di Robert Houdin, un’analisi puntuale su queste due figure artistiche simili per alcuni versi, ma che richiedono competenze specifiche distinte e separate. Questo mio articolo è apparso su “Magia Moderna” (n°3 – anno 2014).
Il prestigiatore è un attore che recita la parte del mago?
“Cari amici sto per farvi una rivelazione sconcertante, per la quale mi assumo tutte le responsabilità. So già che da questo momento verrò additato come un eretico dall’elite magica intellettuale. Probabilmente verrò scomunicato. Tuttavia è giusto che qualcuno ve lo dica…
Ho deciso di scegliere questo momento per scrivervi, così che qualcuno potrà giustificare il mio scritto come il risultato di un precoce colpo di sole…ma, fidatevi, non è così… come sono solito fare proverò a spiegarvi “il perchè” di ciò che sostengo, evitando di ricadere in un asettico e arido esercizio di stile.
Ci siamo. Tenetevi forte, perché è bene che sappiate che…
L’illusionista non è un attore che recita la parte del mago.
Quello dell’illusionista e quello dell’attore sono due “mestieri” distinti e differenti.
Ok… l’ho detto! Manteniamo la calma. So che sarete sconvolti… il battito è accelerato, la bocca secca, le mani due spugne… ma ce la farete… controllate la respirazione e seguitemi.
Senza dubbio l’assunto “L’illusionista è un attore che recita la parte del mago” ha ragione d’esistere: contiene una grandissima verità, ma solo se non interpretato alla lettera…
Secondo voi, un chirurgo è un attore che interpreta la parte di un chirurgo? E un ingegnere aereospaziale è un attore che ne interpreta la parte?
Ovviamente no… perché?
Semplice! Sia il chirurgo che l’ingegnere, hanno competenze specifiche e speciali abilità, acquisite con lo studio, la pratica e l’esperienza, che ovviamente mancano a un attore!
L’attore sviluppa l’abilità di essere “plastico”, di adattarsi a forme sempre diverse, di replicare in maniera credibile un personaggio in tutte le sue sfaccettature e di restiurlo in scena (o davanti la macchina da presa) secondo la sua personale sensibilità.
Quali sono le abilità specifiche di un illusionista?
Identificare un illusionista ad un attore significa disconoscergli tutte le sue particolari e specifiche peculiarità (fisiche e psichiche):
- Abilità manuale fuori dal comune e relative conoscenze tecniche.
- Capacità di gestione degli spettatori in scena/ sfruttare le condizioni ambientali a suo vantaggio.
- Abilità di manipolare la percezione della realtà dell’udiorio (forzare – creare doppie realtà – instillare falsi ricordi).
- Gestione e direzione dell’attenzione in maniera funzionale (misdirection).
In maniera diametralmente opposta ad un attore, l’illusionista è tanto più bravo quanto è fortemente strutturato, solido. L’esoscheletro granitico, che si “costruisce” col tempo e l’esperienza accumulata in scena, lo sorregge, lo “protegge”, permettendogli di districarsi con successo tra le mille variabili in gioco ogni qual volta si mette un atto in scena o, peggio, si interagisce direttamente col pubblico.
Nelle condizioni reali di lavoro, infatti, si ha a che fare con persone diverse, la cui reazione può essere imprevedibile, e in situazioni sempre differenti, non con altri attori che seguono un copione, in uno scenario fisso e predefinito. E come se non bastasse, durante tutto ciò, un illusionista deve operare anche un lavoro parallelo e occulto…
L’illusionista non è un attore
Dicevamo: un illusionista, a differenza di un attore, deve essere, non interpretare. Un esempio?
Scomodiamo il grande Maestro, colui che incarna nell’immaginario lo stereotipo del Mago, affascinante e capace di tutto: Silvan.
L’avete mai visto fuori dalla scena? È esattamente lo stesso che sul palco! Sempre lo stesso. Sempre lui.
Sono sicuro che se gli facessimo un’improvvisata, bussando alla sua porta nel cuore della notte, ci aprirebbe impeccabile indossando una vestaglia pregiata (che nasconderebbe ovviamente uno smoking con giacca bianca) e, guardandoci con compiacimento, ci direbbe col suo tono pacato ma allo stesso tempo fermo, deciso e assertivo:
“ATTENZIONE! Signori, nessuno poteva sapere che mi avreste fatto questa splendida improvvisata nel cuore della notte. E per questo vi ringrazio. ATTENZIONE! Ho qui una una lettera scritta nel 1893 dal sensitivo Johnatan Fletcher che io acquistai nel ’69 in un mercatino dell’antiquariato. Come potete vedere è ancora chiusa…ATTENZIONE! La vado a dissigillare per la prima volta… c’è scritto: “sapevo che sareste venuti!” È STRA –OR-DI-NA-RI –O!”
Lui non interpreta. Lui è.
Quali competenze dell’attore possono servire a un prestigiatore?
È però vero che alcune “skills” di un attore possono servire senza dubbio anche a un illusionista, tra cui:
- Utilizzo della voce nella maniera più opportuna.
- Coordinazione psicofisica durante l’acting.
- Conoscenza della comunicazione efficace in scena (e tutto ciò che ne concerne).
Sebbene queste competenze si possono anche apprendere facendo altri percorsi, forse, a mio avviso, c’è una abilità tipica dell’attore che un illusionista dovrebbe fare propria: credere fermamente in ciò che fa, imparando a vivere il momento magico. Possibilmente ogni volta che lo mette in scena.
Ogni volta che un illusionista mette una moneta in mano (…) dovrebbe continuare a percepirne la presenza e concentrarsi su di essa, caricando il momento di tutta la tensione possibile, fino a sentirla “dissolversi” nel palmo e, in concomitanza della dissoluzione della moneta, far “defluire” tutta l’energia del momento.
Se non si vive in prima persona il momento magico, come si può pretendere che lo vivano gli spettatori?
(…)
Prima di terminare, facendo il discorso inverso, vorrei spezzare una lancia a favore degli amici attori che fanno un lavoro complesso a cui va tutto il mio rispetto ed ammirazione: ho visto molte volte illusionisti (me per primo) approcciare la recitazione credendo di essere avvantaggiati solo perche “tanto per me è facile: io già ci lavoro sul palco”: Fidatevi: bisogna ricominciare daccapo! E forse sarà ancora più difficile: come detto prima, più si è strutturati e solidi e più è complesso svestire i propri panni. (provate a chiedere al Maestro di interpretare un’altra “parte”…).
Per concludere, personalmente ritengo più edificante leggere l’arcinoto aforisma in questo modo:
L’illusionista così come un bravo attore, almeno in scena, deve credere fermamente in tutto ciò che fa e, soprattutto, in ciò che è.